INTRODUZIONE
Con tale tipo di laser si possono rimuovere con ottimi risultati alcuni tipi di macchie cutanee (lentigo senile, nevo di Becker), oltre a permettere la rimozione tatuaggi con scarsi reliquati.
RIMOZIONE dei TATUAGGI INFORMAZIONI GENERALI
I tatuaggi amatoriali risultano sicuramente un grosso problema per la loro eventuale rimozione. Nel corso degli anni vari sistemi sono stati adottati per eliminarli. Attualmente tre sono i metodi : l’abrasione della cute, l’escissione della cute tatuata, la rimozione selettiva del pigmento attraverso i laser q-switch (ndyag, ktp, alexandrite). I sistemi che in generale provocano un’abrasione della cute, e con essa la rimozione del pigmento più superficiale, sono sia di natura termica che meccanica.
Nel passato, si e adottata la cauterizzazione o il congelamento della cute superficiale con eventualmente nel periodo riparativo l’apposizione di sale (salabrasione). Meccanicamente si adopera la classica dermoabrasione eseguita con una spazzola metallica, oppure si adopera il laser a CO2.
Tutti questi sistemi cercano di evitare il danno a tutto spessore della cute, ottenendo quindi una buona cicatrizzazione. Tuttavia risultano degli imprevisti come in tutti gli insulti e vi sono dei periodi riparativi lunghi sia per la epitelizzazione che per il perdurare dell’eritema. Ovviamente se il pigmento e più profondo dello strato che viene abraso non vi può essere garanzia della totale eliminazione.
L’escissione cutanea garantisce la completa eliminazione del tatuaggio, tuttavia si paga una cicatrice a tutto spessore e purtroppo nel nostro corpo non vi è disponibilità notevole di cute. Talvolta per ovviare alla mancanza cutanea si ricorre all’applicazione d’espansori. Il sistema più moderno di alto risultato con minori effetti collaterali è sicuramente il laser q-switch che agisce selettivamente sul pigmento lasciando intatta la cute circostante. Questo trattamento è eccellente sul nero e moderatamente sul rosso e blu, mentre sui colori chiari (giallo, verde, rosa) presenta dei limiti. Inoltre se il tatuaggio è stato eseguito in là nel tempo (più di tre anni), o è amatoriale (non eseguito da professionisti) generalmente è più difficile rimuoverlo.
RIMOZIONE MACCHIE INFORMAZIONI GENERALI
Il laser q-switch è ottimo anche per la rimozione delle macchie superficiali. Il trattamento è rapido e in quasi totale assenza di dolore. Le macchie i primi giorni risultano più scure sbiadendo poi nel corso dei giorni (generalmente una decina). Occorre comunque far presente che la tendenza a produrre queste macchie resta presente.
L’INTERVENTO
Il trattamento avviene in più sedute distanziate da almeno sei settimane l’una dall’altra. La seduta è sicuramente fastidiosa e può essere paragonata allo schiocco di un sottile elastico sulla cute. In ogni seduta viene rimosso un 20-30% del pigmento. Se la lesione copre una vasta area , si può eventualmente trattarla in più sedute. Il trattamento consiste di almeno 6 sedute ma generalmente con 4/5 sedute si riesce a raggiungere un discreto risultato, che comunque è sempre soggettivo e legato alla tecnica del tatuaggio.
COSA ASPETTARSI DOPO L’INTERVENTO
Dopo il trattamento la zona trattata avrà un leggero sanguinamento. La parte trattata sarà medicata tutti i giorni e guarirà in 7-10 giorni, rimanendo un modesto rossore per qualche settimana, ma quando questo scompare, la pelle riacquista il suo normale colorito e tessitura.
TRATTAMENTO POST-OPERATORIO
Dopo il trattamento verrà inizialmente applicata dal paziente una pomata cortisonica sulla zona trattata, tutti i giorni, anche più volte al giorno. Una doccia si potrà eseguire dopo qualche giorno evitando pero di sfregare la zona, mandando soltanto il getto. E’ imperativo non sottoporsi ai raggi solari diretti e proteggere la pelle con dei filtri solari. In fase di riepitelizzazione è utile applicare una pomata che aiuti questo processo.
POSSIBILI COMPLICANZE
Il principale problema è la iperpigmentazione cutanea che comunque può essere prevenuta (e curata) se si adottano tutte le precauzioni precedentemente dette. Sono possibili cicatrizzazioni patologiche (ipertrofiche, ipotrofiche, cheloidee) dovute principalmente all’habitus del paziente: sono comunque rarissime. Talvolta a fine trattamento può rimanere, in corrispondenza del tatuaggio rimosso, un’area di differente trama rispetto alla cute circostante. Generalmente ciò è dovuto al cosiddetto “insulto del tatuatore” dovuto al traumatismo dell’ago che inietta il pigmento.