E’ il principio fisico che si genera in un liquido quando, sottoposto ad onde ultrasoniche,determina la formazione di microbolle di gas che aumentano il loro volume fino a quando la loro energia è superiore a quella esercitata dalla pressione esterna su di esse.
Quando ciò cessa, le bolle implodono cedendo energia sia sottoforma di calore che di onde d’urto. Tale principio trova applicazione nel mondo della medicina estetica, ma lo fa in massima sicurezza, avendo cioè dispositivi brevettati, tali che la cavitazione sviluppata nel tessuto umano sia sufficientemente potente per creare danni alle cellule del tessuto adiposo ma non abbastanza per far si che la microbolla generata si carichi di energia tale da danneggiare tessuti, organi, muscoli e vasi sanguigni.
Nelle adiposita’ localizzate le microbolle da cavitazione vengono prodotte sotto stretto controllo del microprocessore e con potenza e campo d’azione programmato e programmabile. La continua formazione e implosione di microbolle di vuoto in prossimità della parete cellulare adipocitaria facilitano la rottura della medesima urtandola da tutte le direzioni ( tridimensionalità della cavitazione
LA CAVITAZIONE ULTRASONORA
Con l’apparecchio in dotazione presso la nostra struttura utilizza una frequenza di riferimento molto bassa ( 40.000 hz anziché 1.000.00-3.000.00 hz propria dei tradizionali ultrasuoni ) permettendo cosi di controllare la temperatura che altrimenti raggiungerebbe livelli troppo alti.
Gli ultrasuoni estetici classici, da 1 a 3 mhz, lavorano molto superficialmente ed ottengono qualche discreto risultato solo dopo molte sedute. La cavitazione e’ un processo che scaturisce solo da ultrasuoni a bassa frequenza,diffidate quindi da quegli apparecchi venduti come “ultrasuoni ad effetto cavitazionale”. La riduzione del volume di adiposità localizzata e’ causato esclusivamente dalla cavitazione che agisce sulla cellula adiposa e non dall’ultrasuono.
MODALITA’ DI ESECUZIONE
Le sessioni devono essere effettuate con cadenza settimanale e della durata di 40 min circa. E’ fondamentale consigliare alla paziente di bere almeno 2 l d’acqua al giorno a partire dalla settimana prima della sessione. Effettuare un trattamento linfodrenante subito dopo la prima sessione di cavitazione ed 1 a distanza di 3-4 giorni. Inoltre dove ci fosse la necessità di un trattamento più incisivo, e’ possibile fare infiltrazioni anche di semplice fisiologica che renderebbe il distretto da trattare più idratato, consentendo un maggiore sviluppo del fenomeno della cavitazione.
EFFETTI
- azione lipoclasica e progressivo rimodellamento della silhouette
- riduzione dell’aspetto a buccia d’arancia ed eliminazione dei fibro-noduli adiposi della cellulite
- ossigenazione e rivascolarizzazione della pelle asfittica
- drenaggio dei liquidi di ristagno
- riattivazione della circolazione periferica distrettuale
- assorbimento dei principi attivi rivitalizzanti o lipolitici
- miglioramento del tono e dell’elasticità’ dei tessuti
CONTROINDICAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI
Tra gli effetti collaterali della cavitazione si rileva, quasi sempre, la comparsa di acufeni durante il trattamento. Un disturbo del tutto sopportabile e senza ulteriori complicazioni. Essso è dovuto alla trasmissione dell’onda sonora attraverso l’osso, che ha una consistenza nettamente superiore alle parti molli e quindi uyna maggiore conduttività..
Alcune controindicazioni sono costituite dalla presenza di protesi estese metalliche, come ad esempio placche ossee, chiodi , protesi dell’anca, ecc. Infatti queste parti metalliche permettono una trasmissione molto veloce ed amplificata dell’onda ultrtasonica che, se è direttamente applicata sulla protesi, la riscalda; se è applicata a distanza comunque induce vibrazioni al metallo, percepite in modo fastidioso dal sistema acustico-vestibolare sottoforma di suoni, e dall’apparato scheletrico, in tutta la sua estensione,. come vibrazioni.
Altra controindicazione è costituita dalle lesioni dell’apparato udiitivo, o dalle lesioni vestibolari. Infatti la propagazione dell’ultrasuono nel corpo avviene prevalentemente per la via ossea e trova nel cranio una notevole cassa di risonanza e quindi un maggior coivolgimento dell’apparato acustico vestibolare. Questo avviene già normalmente con la percezione di un debole ronzio, ma se vi sono processi infiammatori o degenerativi in atto, il disturbo acustico non è tollerabile e comunque può apportare ulteriori danni al nervo acustico. Meno coinvolto il sistema labirintico ed infatti difficilmente compaiono disturbi del’equilibrio nei soggetti sottoposti a cavitazione.